ARCHIVISSIMA 2021

Farmigea viene acquisita, a tre anni dalla costituzione, nel 1949 da Antonio Federighi, imprenditore agricolo pisano, con il preciso intento di affidarla ai tre figli: Leopoldo, Laura Alberta e Alberto.
Antonio Federighi gioca su un'altalena - Archivio Storico Federighi

Leopoldo, grazie alle sue conoscenze in ambito universitario, permetterà a Farmigea di iniziare l’attività di ricerca e porrà solide basi per il futuro. Si deve a lui la scelta di specializzarsi in oftalmologia.
Leopoldo Federighi durante una visita aziendale negli anni '60 - Archivio Storico Farmigea

Nel 2001 a seguito di un family buyout Mario Federighi, figlio di Leopoldo, diventa la quarta generazioni alla guida di Farmigea.
Mario Federighi alla proprio scrivania nella sede di Ospedaletto (Pisa) - Archivio Storico Farmigea

generazione
Oggi Farmigea guarda al futuro con l’ingresso in azienda della quinta generazione della famiglia.


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I primi colliri Farmigea vengono lanciati sul mercato nel 1950 con il “reparto oftalmici”

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I contenitori utilizzati avevano una particolare caratteristica: un beccuccio piegato al fine di facilitarne l’applicazione.

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Oggi la sfida è proseguire la ricerca immaginando il collirio del futuro sempre più capace di migliorare la qualità di vita dei pazienti.

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Negli anni i listini dei colliri Farmigea sono costantemente cresciuti con l’unico obiettivo di migliorarsi costantemente con nuove formulazioni e nuovi brevetti.

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Oggi la sfida è proseguire la ricerca immaginando il collirio del futuro sempre più capace di migliorare la qualità di vita dei pazienti.
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A inizio anni ‘80 Farmigea avvia le sperimentazioni per la produzione di nuovi contenitori monodose richiudibili.


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Nel 1983, dopo tre anni di ricerche, vengono brevettati a livello mondiale i Monodose Richiudibili per Colliri Senza Conservanti. Viene così introdotto un nuovo standard di riferimento per i colliri monodose.
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primi lotti pilota avevano l’astuccio in metallo, una scelta poco pratica ma utile per le prime sperimentazioni. Presto verrà scelta la confezione in plastica.


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Oggi la tecnologia si è evoluta e i monodose sono imbustati in pratiche confezioni in alluminio per garantire maggiori standard di qualità e confezionamento.
